giovedì 27 ottobre 2011

Al vertice della tensione - Le conclusioni

Tiriamo le somme di cosa è successo ieri a Bruxelles, magari in maniera un po' più chiara di quel garbuglio incomprensibile uscito oggi sui giornali italiani.

Partiamo dall'inizio. Ieri non c'è stata uno solo vertice, ma ce ne sono stati due e mezzo.



mercoledì 26 ottobre 2011

Al vertice della tensione - Il nano dell'Eliseo

Sarkozy parte per Bruxelles col piglio di Napoleone: determinato, volenteroso e combattivo. Almeno così lo descrive il suo portavoce. Ma anche il Bonaparte delle banlieu non dorme sonni tranquilli e il vertice per lui può diventare tanto Austerlitz quanto Waterloo.

Al vertice della Tensione - Il nano di Arcore

Se frau Merkel è sulle spine, zio Silvio è su un letto di chiodi arruginiti.

Deve rassicurare l'Europa comunicando come intende far ripartire l'economia italiana. Ma tra Silvio e la firma sulla lettera che potrebbe accontentare l'Europa c'è un uomo, non più nel pieno delle sue capacità fisiche, ma ancora in grado di ingombrare il cammino come un masso inerte: Umberto Bossi.

Al vertice della tensione - La culona

Alle due di oggi pomeriggio Angela Merkel andrà a chiedere al suo parlamento l'autorizzazione a inniettare una dose da cavallo di steroidi nel fondo EFSF. Il parlamento approverà di sicuro, ma questo non significa che la Cancelliera arriverà tranquilla questa sera al Vertice della Tensione.


martedì 25 ottobre 2011

Al vertice della tensione

Domani a Bruxelles si riuniranno i capi di governo dei 27 paesi membri dell'Unione Europea per prendere delle decisioni su come affrontare la crisi. Circolano già voci piuttosto scettiche su quanto davvero sarà decisivo il vertice di domani. Nell'attesa di scoprirlo andiamo a vedere che bocconi succulenti ci sono sul piatto.


domenica 23 ottobre 2011

La vendetta della culona

"Penso di averla convinta", diceva ieri Silvio Berlusconi. Si riferiva alla "culona inchiavabile", che secondo lui si era convinta della bontà del Decreto Sviluppo (quello di Scilipoti). Quel "penso" però si è dimostrato fatale. Pensava male, povero Silvio.




Per i meno internazionali: "Siete persuasi dal piano di sviluppo che vi ha presentanto il primo ministro Silvio Berlusconi?", domanda la giornalista. Il dinamico duo si guarda negli occhi con aria sorniona e tutta la sala scoppia a ridere.

Ecco, se qualcuno si domandasse qual'è il posto dell'Italia in Europa, noi siamo il cugino scemo. Quello che quando si domanda di lui alle cene di famiglia, ci si guarda negli e si ride sotto i baffi.

giovedì 20 ottobre 2011

Il prezzo di Scilipoti

Mentre la crisi ci corre incontro come un treno impazzito il nostro governo si sta impegnando con tutte le sue energie per inventarsi qualcosa. Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma sembra che i piani in lavorazione abbiano qualcosa a che fare con una valigia molto capiente e un biglietto di sola andata per Antigua.

Nel frattempo, se le idee dovessero mancare, il nostro Primo ministro e la sua banda degli onesti possono avvalersi dell'aiuto di validi consiglieri. Come il sempre puntuale Scilipoti, la cui manina paffuta sembra proprio aver lasciato una traccia sulla bozza del Decreto sviluppo.



martedì 18 ottobre 2011

Epitaffio


Le maschere già c'erano e infatti è finito tutto in farsa. Come nella migliore tradizione della sinistra italiana.

lunedì 17 ottobre 2011

L'ennesimo granchio

Ancora una volta il badile della verità colpisce sulla faccia il complottismo.

Eccolo qua il tizio con gli occhiali da sole, membro del dipartimento barbefinte, che duranta la manifestazione a Roma coordina i teppisti. Peccato sia un cronista del Tempo. Copione già visto, come il 14 dicembre 2010. L'infiltrato che difendeva i blindati col casco era un precario. Il finanziere in borghese era un ragazzino minorenne.

E allora tanti saluti alle giaculatorie autoassolutorie del "son stati gli infiltrati", "son stati i servizi". E magari ora possiamo dire che in piazza a Roma c'era anche gente venuta lì per menare e che dietro a quella gente sono andati dietro in migliaia.


venerdì 14 ottobre 2011

Una risposta a Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa, politico e giornalista, è da diversi anni uno degli intellettuali più vicini alla vasta galassia umana che va sotto il nome di no-global. Di recente ha rilasciato una lunga intervista in cui esprime le sue teoria sull'attuale crisi.

Visto che Giulietto è indubbiamento uno degli intellettuali di riferimento della mondo degli Indignati e grazie al fatto che alcune persone mi hanno fatto notare questa intervista mi sono preso qualche ora per rispondere ai principali errori di Giulietto e di tutti gli altri Indignati.


mercoledì 12 ottobre 2011

Un leader per gli Indignati

Vorrei  fare una modesta proposta ai leader degli Indignados italiani (un nome italiano non siamo ancora riusciti a trovarlo?), riprendendo un articolo di Libertiamo.

Il movimento mi sembra molto anti-capitalista, anti-banche e anti-globalista. Allora perchè non far guidare i cortei di protesta da un esperto di questi temi? Uno che abbia i numeri per opporsi a Mario Draghi e ai suoi amici banchieri, magari uno con un lungo curriculum europeo alle spalle, uno che sia chiami Mario, così da gettare i banchieri e i loro servi nello sgomento.

Perchè non scegliere Mario Borghezio?


Dagli all'untore!

Le agenzie di rating le odiano proprio tutti.Le odia l'Europa, le odia Berlusconi, le odiano i comunisti, le odiano le toghe rosse, ma sopratutto le odiano i giovani. Il motivo di tanta rabbia è che Big Three fa il bello e il cattivo tempo nei mercati mondiali del debito pubblico. Spostando una letterina, mettendo o togliendo un segno più o meno, può causare la crisi di un paese oppure garantirne la salvezza.

Purtroppo sono sciocchezze che non resistono un istante alla prova dei fatti. Le agenzie di rating non sono tre sante vergini, ma nel decidere il futuro dell'economia mondiale hanno meno poteri della gran parte della gente che sbraita contro di loro.

lunedì 10 ottobre 2011

Carta di Firenze: la bozza definitiva

La bozza definitiva della Carta di Firenze è stata approvata per acclamazione dall'assemblea che si è riunita a Firenze. Comunque la pensiate in proposito, è ancora presto per piangere lacrime di gioia. La bozza deve ancora essere ratificata dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e l'applicazione di molti suoi punti sarà demandata agli Ordini Regionali.

Quello che per ora possiamo fare e leggere la bozza e vedere se ci piace o no.
  

sabato 8 ottobre 2011

Ma allora rivolete il comunismo!

Ieri in tutte le strade d'Italia c'era un fiume di pischelli con la kefiah. Rivogliamo il nostro futuro, cambiamo questo sistema!, hanno gridato. C'è già chi si bagna eccitato i calzoni gridando al nuovo sessantotto. Io invece vedo solo un mucchio di ragazzini con idee stantie tirate fuori dal freezer della storia.

Giornalisti, precari e la Carta di Firenze

Dopo le parti sociali, Confindustria e il PD anche Ordine (ODG) e Sindacato (FNSI) dei giornalisti presentano i loro sei punti programmatici. Senza l'ambizione di salvare il paese, ma solo quella di combattere il precariato.

A sentire la notizia così viene subito da storcere il naso: né l'ODG ne la FNSI sono organi rappresentativi dei precari (ci sarà certamente qualche professionista/pubblicista precario che è anche iscritto all'Ordine, ma di certo non nei CDR). Se il loro obbiettivo è tutelare gli interessi dei loro iscritti viene difficile pensare che cercheranno di tutelare anche i precari che gli sono, per così dire, concorrenti.

I punti della carta li ho trovati solo sul Sole 24 ore, ma immagino che uscirà una versione definitiva del documento approvato lunedì. Ad ogni modi ecco qua quello che abbiamo per ora accompagnato da qualche riflessione.