martedì 27 dicembre 2011

Ci risiamo: Uk, paese della povertà?

Il secondo sabato di settembre gli inglesi si radunano alla Royal Albert Hall per celebrare la loro nazione. E' la Last Night of the Proms, il finale di otto settimane di concerti nei sobborghi di Londra. Nei loro momenti patriottici gli inglesi non sono come gli americani (mano sul cuore, occhio lucido). Il loro stile è allegramente pacchiano. Il pubblico ride, sventola bandierine e indossa buffi cappellini di plastica.

Quest'anno i Proms hanno avuto un pubblico record: rispetto al 2010 erano il doppio gli spettatori che hanno visto Susan Bullock, vestita da valchiria brittannica (con tanto di rosa di York al neon sul petto della corazza), cantare Rule Britannia al culmine della Last Night. Capirete il nostro stupore quando abbiamo appreso da uno dei nostri blogger preferiti (non il più preciso, in realtà) che il popolo inglese è il più povero d'Europa. Che cosa mai avranno da cantare, ci siamo chiesti, i sudditi della perfida Albione?



Il nostro stupore era acuito dal fatto che, a differenza di quello di noi poveracci continentali, il rendimento dei titoli di stato sull'isola di Nelson (come segnala un altro blogger, più preciso del primo a dire il vero) nell'ultimo anno è crollato. Forse è vero allora: banchieri e speculatori vogliono un rendimento basso sui titoli di stato per favorire i loro commerci, ma il prezzo di questo traguardo è il definitivo impoverimento della gente normale.

Don't panic. Spegniamo per un istante la miccia della molotov e aspettiamo a emigrare in Islanda. Andiamo a vedere i dati e vediamo come stanno davvero le cose. Tutta la discussione parte da qui: una statistica ufficiale del governo di Sua Maestà che mostra come nel Regno Unito il 22% della popolazione inglese guadagna meno del 60% del reddito mediano.

Il nostro blogger (il professor Pellizzetti, per chi non avesse cliccato sul primo link) inferisce da questi dati che l'inghilterra è il paese che sta peggio d'Europa, peggio anche del Portogallo (e della Grecia, deduco). Non che il resto della nostra Unione stia molto meglio, secondo il professore: ben il 17% degli europei vive sotto la soglia di povertà.

A questo punto sarebbe ora di farsi una domanda e mi stupirei se voi non ve la foste già fatta. Ma cosa diavolo è la povertà? Ci sono due definizioni diverse di povertà: c'è la povertà assoluta (definita dalla Banca Mondiale come vivere con meno di un dollaro e venticinque al giorno) e la povertà relativa, cioè la quantità di persone che vivono con un reddito (non si contano quindi i risparmi che potrebbero avere da parte) minore di una certa percentuale. In quasi tutta Europa questa percentuale è il 60% del reddito mediano.

Chi è molto sveglio a questo punto ha già capito: la povertà relativa non è un misuratore delle deprivazioni materiali, quanto più delle diseguaglianze sociali. Provate a immaginare un paese paradiso fiscale, piccolo come San Marino, dove metà della popolazione è composta da ricchi banchieri che guadagnano un milione di euro e l'altra metà da tabaccai e benzinai che ne guadagnano "solo" centomila. Il 60% del reddito mediano sarebbe 300 mila euro e chiunque guadagnasse meno di questa cifra sarebbe considerato povero.

Cifre fantastiche da un paese che non esiste? Certo, ma detto questo vale la pena andare a vedere quali sono i numeri di questa povertà in Inghilterra. Per una coppia senza figli un reddito inferiore a 1.200 euro al mese signfica essere poveri(qui potete andare a vedere i dati). E' una cifra bassa, ma più alta dei 990 euro direddito sotto i quali si è considerati poveri in Italia. In altre parole: in Inghilterra i poveri sono più ricchi e ce ne sono di più perchè il resto della popolazione è più ricco. Per farvi capire che proprio non c'è da aprire lo spumante potete dare un'occhiata alla tabella qui sotto, presa da laVoce.info e in particolare a  quante persone sono in grave deprivazione in Italia e quante in Gb. Altro che povertà relativa.


 
Ma quello che più conta alla fine è altro: questa povertà sale o scende? Per il ragionamento del professor Pellizzetti dovrebbe crescere: gli speculatori prendono sempre più potere, i poveri aumentano. E invece no. Scende. A metà anni novanta, a fine del regno della Tatcher i relativamente poveri erano il 25% e sono scesi oggi al 22%.

Come al solito, va tutto bene? No, chiaramente. Vivere in due con 1.200 euro al mese non dev'essere facile. Questi dati dovrebbero spingere il governo di Sua Maestà a fare di più e più in fretta. Altro è impugnare questi dati come una clava per dimostrare che le ricette economiche inglesi sono sbagliate, peggiori adirittura di quelle di Portogallo e Italia. In fatto di povertà quel (poco) che ha fatto il governo inglese è meglio di quanto fatto in Italia, in Portogallo e di sicuro in Grecia.

Quindi fate come noi, non aspettate la prossima Last Night: indossate subito il vostro tricorno migliore, issate la Union Jack ed unitevi al coro: Rule Britannia! Britannia rules the waves!


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