lunedì 21 novembre 2011

Monti da scalare, parte 2

In questi giorni stanno venendo fuori i primi provvedimenti del governo Monti. Come annunciato nel nostro precedente post si parla sopratutto di patrimoniali (ritorno dell'Ici e forse una patrimoniale più o meno straordinaria). Per ora si parla poco dell'altra ciccia, ma pazientate perchè è roba che oggi o domani salterà fuori.

Nell'attesa occupiamoci un po' di uno dei monti (con la minuscola) più alti che M&M's dovrà scalare: il monte delle liberalizzazioni.


Liberalizzazioni
"Dobbiamo aprire i mercati e promuovere quegli interventi strutturali che servono a rimuovere gli ostacoli alla crescita"

Partiamo dalle basi: le liberalizzazioni sono riforme a costo zero. Lo scopo di una liberalizzazione è rendere più facile entrare in un settore, aumentare l'offerta per il consumatore, abbassare i prezzi e migliorare la qualità aumentando la competizione.

Qual è la situazione delle liberalizzazione in Italia ad oggi? Nella sua relazione di fine anno l'Antitrust ha scritto: "Nel nostro ordinamento i più gravi ostacoli al funzionamento dell’economia derivano [...] dal quadro regolatorio intriso di protezionismo corporativo". Insomma: siamo ancora ai tempi di Dante e delle Corporazioni degli speziali e dei lanai.

L'uomo che ha scritto queste parole si chiama Antonio Catricalà ed ora è il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, cioè il braccio destro di M&M's. Non sappiamo come e quando questo governo si occuperà di liberalizzazioni. Qui potrete leggere l'elenco di quei nodi corporativi (denunciati da Catricalà) che potrebbero essere colpiti se M&M's decidesse di abbattere la mannaia.

Farmaci: si parla di liberalizzare fuori dalla vendita in farmacia dei farmaci di Fascia C (farmaci non "salvavita" che possono o no essere soggetti a prescrizione medica). Secondo le associazione dei consumatori le liberalizzazioni avvenute in questo settore hanno già portato alla creazione di più di settemila nuovi posti di lavoro e hanno portato a una riduzione del 27% per il prezzo dei farmaci da banco.

Carburanti: fare benzina o gasolio in Italia costa più che nel resto d'Europa e il motivo in genere sono le solite incrostazioni corporative e leggi e leggine più o meno assurde. Come per esempio l'obbligo di esclusività che il distributore (cioè il benzinaio) deve avere nei confronti del produttore. Cosa che impedisce di fatto al distributore di approvigionarsi da chi è al momento più conveniente.Oppure il fatto che province e regione mettono limiti all'attività di self service che possono praticare i benzinai (basta dire che il self service in Germania e Inghilterra vale più del 90% della rete e in Italia solo il 29%).

Per saperne di più: una esaustiva ricerca dell'Istituo Bruno Leoni sui carburanti in Italia;


Professioni: l'antitrust ha indagato gli Ordini professionali e ha pubblicato nel 2009 un rapporto di 109 pagine sulla loro situazione. Sulle tariffe minime aveva già agito Bersani abolendole nel 2006, ma in questi ultimi anni ci sono stati vari tentativi di controriforma, inoltre alcuni oridni professionali non hanno reso chiaro che d'ora in poi le cosidette tariffe minime sono solamente indicative e non più obbligatorie. Monti dovrà anche attuare i regolamenti per le Società di professionisti, già previste dalla legge di stabilità.

Per saperne di più: un articolo di NfA sulle Società di professionisti; la relazione dell'Antitrust sugli Ordini del 2009

Altre riforme più tecniche, ma allo stesso di tempo di realizzazione più facile sono quella della Rc-auto, dei mutui e banche e sul monopolio della rete del gas. Per approfondire questi argomenti potete leggere un bel pezzo sull'Unità.


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