giovedì 17 novembre 2011

Monti da scalare, parte 1

Visto che in questi giorni si parla di tanta fuffa, cerchiamo di mettere un po' di ciccia sul fuoco: ecco i sei  nodi principali di cui si dovrà occupare il governo Monti per cercare di rimettere l'Italia in sesto. In questo primo episodio: patrimoniali, tagli alla politica, pensioni.

Con questo piccolo manuale potrete seguire il dibattito dei prossimi e saprete come orientarvi tra le varie proposte (anche quelle fantascientifiche) che si contederanno l'onore di far trovare al nuovo governo i 25 miliardi necessari a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.




Patrimoniali
"Esamineremo la patrimoniale e il prelievo sulla ricchezza mobiliare"

Patrimoniali sono tutte quelle imposte che non colpiscono un flusso (come un reddito), ma uno stock (cioè una massa di ricchezza). Si dividono in due categorie: ordinarie (cioè riscosse a cadenze regolari) e straordinarie (cioè riscosse una tantum). Gli altri parametri importanti sono: oltre quale patrimonio si applicano e a quanto ammonta l'aliquota, cioè la quota del patrimonio che dovrà essere riscossa dallo stato. Ci sono diverse proposte di cui si discute al momento:
  • Proposta Tabellini (rettore della Bocconi, dato per probabile ministro dell'economia nelle scorse settimane). Ordinaria, 5 per mille, patrimoni superiori a 1 milione di euro;
  • Proposta Confindustria. Ordinaria, 1,5 per mille, patrimoni superiori a 1-1,5 milioni di euro (gettito supposto: 6 miliardi l'anno);
  • Proposta Straordinaria. Straordinaria, prelievo del 2%, dal 2012-2014;
  • Proposta Cgil. Straordinaria, prelievo del 5%, patrimoni superiori a 800 mila euro;
Si parla anche di ripristino dell'Ici sulla prima casa, cioè un'imposta imposta patrimoniale (colpisce la proprietà di una casa, che è una patrimonio, non un reddito) e ordinaria (viene riscossa ogni anno). Dal 2008 tutte le prime case (tranne ville e castelli) sono escluse dal pagamento della tassa. Ci sono tre considerazioni da fare: le rendite catastali (cioè i valori delle case su cui si calcola l'imposta) sono fermi al '96, l'imposta viene incassata dai comuni, essendo un imposta patrimoniale non tiene conto del reddito del proprietario della casa.

Per saperne di più: spiegazioni e critiche alla patrimoniale, contro il ripristino dell'Ici, riassunto delle varie proposte


Tagli alla politica
 "Bisogna operareinterventi per contenere i costi delle cariche elettive, usando il criterio della sobrietà"

Si tratta di una serie vasta di interventi che permetterebbero di ridurre la spesa e nello stesso tempo darebbero al governo Monti una solidissima base di appoggio tra gli elettori. Più incerto è il totale che si potrebbe riuscire a risparmiare: stime diverse vanno da un miliardo a un massimo di 5 miliardi. Ecco i principali interventi che si potrebbero applicare:

  • Riduzione della auto blu, dalle quali Stella e Russo calcolano si potrebbero risparmiare un miliardo di euro.
  • Togliere la possibilità del doppio lavoro per parlamentari e amministratori locali di realtà superiori a un certo numero di abitanti.
  • Regolamenti omogeni per i "gettoni di presenza" degli amministratori locali (gettoni che vengono stabiliti in autonomia dalle singole amministrazioni).
  • Ridurre il numero dei parlamentari o sopprimmere una camera e ridurre l'indenizzo parlamentare alla media europea.
  • Abolire le province (che costano 14-15 miliardi di euro). La gran parte degli impiegati andrebbero reintegrati in altre amministrazioni, ma si risparmierebbe sugli amministratori (presidenti, assessori e consiglieri) e sulle loro spese. Si potrebbe risparmiare fino a un miliardo di euro.
Per saperne di più: Stella e Rizzo sul Corriere, quanto potremmo risparmiare abolendo le province?, il risparmio dal taglio dei costi della politica.


Riforma delle pensioni
"Il nostro sistema pensionistico è caraterizzato da aree di ingiusti privilegi"

Il nuovo ministro del lavoro, Elsa Fornero, è un economista di Torino che per tutta la vita ha studiato i sistemi previdenziali. E questo, dicono i giornali, è certamente un segnale che sulle pensioni il governo intende intervenire con forza, in particolare sulle  pensioni di anzianità.

Qualche informazione qui sul punto a cui eravamo arrivati col governo Berlusconi. Come già dicevamo (non solo noi) all'epoca, il problema è che la gran parte dei lavoratori va in pensione per anzianità cioè dopo aver pagato 40 anni di contribuiti oppure dopo averne pagati 35 al compimento dei 60 anni.Con questo sistema non sono rari i pensionati di 56-58 anni.

L'altro tema che dovrà essere discusso è la diversità di trattamento che c'è tra chi nel 1995 aveva già versato 18 anni di contributi e chi no. I primi infatti riceveranno una pensione calcolata su base retributiva, cioè la loro pensione ammonterà ad una percentuale del loro stipendio degli ultimi 5 anni (potenzialmente superiore alla massa totale dei contributi che hanno versato durante la loro attività lavorativa). Gli altri invece avranno pensioni su base contributiva, cioè legata esclusivamente alla quantità di contributi versati.

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