lunedì 21 novembre 2011

USA: il paese della povertà

Almeno secondo ilSole24ore.com che in un articolo ci ha svelato che un americano su tre è povero. Ci troviamo davanti a una clamorosa rivelazione, oppure siamo davanti all'ennesimo caso di sciatteria giornalistica?

Come nella grande maggioranza dei casi, è la seconda che hai detto.


L'articolo del Sole riprende un articolo del New York Times, ma sembra che il redattore abbia fatto i compiti a metà. Partiamo dal titolo: per il Sole24ore è Un americano su tre è povero. Per NyT invece è Quasi poveri, non nella povertà, ma comunque in difficoltà.

Il che sarebbe poca cosa, ma a quanto pare il nostro redattore l'articolo non l'ha nemmeno letto. La notizia è che il Census Bureu (cioè l'ufficio federale incaricato dei consimenti) ha stabilito nuove misure per misurare la povertà relativa (cioè la povertà rispetto a quanto guadagnano gli altri). Secondo queste nuove misurazioni un terzo degli abitanti sarebbe povero o vicino alla povertà.

E qui il NyT già comincia a mettere in guardia: la soglia di povertà relativa è aggiustata a seconda dei redditi delle varie regioni. Quindi nelle campagna del North Dakota sono povere le famiglie che hanno un reddito complessivo inferiore ai 25 mila dollari l'anno. Nella Silicon Valley quelle che in un anno hanno uno stipendio inferiore a 51 mila dollari l'anno.

Numero due: parlare di persone vicine alla soglia di povertà non vuol dire nulla. Il termine povertà evoca immediatamente l'immagine di qualcuno che lotta per procurarsi da mangiare, che patisce il freddo d'inverno, che probabilmente vive in una baracca di lamiera, una descrizione che in nessun caso può valere per una famiglia con un reddito di cinquantamila dollari l'anno.


Poi, se vogliamo parlare seriamente dei problemi economici della classe media americana, possiamo farlo. Magari prima però gli articoli del New York Times proviamo a leggerli dall'inzio alla fine.


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