mercoledì 26 ottobre 2011

Al vertice della tensione - Il nano dell'Eliseo

Sarkozy parte per Bruxelles col piglio di Napoleone: determinato, volenteroso e combattivo. Almeno così lo descrive il suo portavoce. Ma anche il Bonaparte delle banlieu non dorme sonni tranquilli e il vertice per lui può diventare tanto Austerlitz quanto Waterloo.

C'è un nodo intrecciato di problemi che pesa sullo stomaco del Presidente Imperatore. Cerchiamo di dirimire la matassa: leggete piano che è complicato.

Le banche francesi hanno i portafogli pieni di titoli greci (ne abbiamo parlato qui). Saranno quindi le più esposte d'Europa quando (e se) stasera si deciderà di procedere a un haircut del debito greco (cioè se si deciderà che la Grecia non restituirà alle banche metà dei soldi che le sono stati prestati). L'esposizione potrebbe arrivare al punto di una vera e propria crisi del sistema bancario francese. Una crisi che costringerà lo stato a intervenire coi suoi soldi per nazionalizzare le banche (è già successo con la banca franco-belga Dexia).

In caso di una simile crisi è molto improbabile che la Francia mantenga la sua tripla A (dalle casse dello stato usciranno tanti soldini per salvare le banche, quindi i mercati cominceranno a domandarsi: non è che la Francia rischia di fare la fine dell'Italia?).

Se la Francia dovesse perderà la tripla A, allora potrebbe perderla anche l'EFSF (che cos'è e come dovrebbe funzionare il Fondo salva stati lo abbiamo spiegato qui). Un EFSF senza tripla A raccoglierebbe sul mercato denaro a un tasso molto maggiore e sarebbe molto, molto più in difficoltà nell'aiutare gli stati in difficoltà.

Sarkozy quindi chiede due cose (le ha chieste domenica, le chiederà stasera):
  • Vuole che l'EFSF aiuti oltre che gli stati le banche in difficoltà (cioè principalmente banche francesi) in modo da non esporre troppo il suo paese nei salvataggi.
  • Vuole che dentro l'EFSF entri in qualche modo anche la BCE.
Con quesa seconda richiesta arriviamo a un altro problema, che ingarbuglia ancora di più la matassa. La Francia potrebbe perdere la tripla A anche nel caso che il fondo EFSF divenga troppo pesante. Ricordiamo che tra i paesi che si fanno garanti del Fondo salva stati c'è proprio la Francia. Quindi: un EFSF che cresce troppo = più garanzie da parte dei pasi garanti = più rischio per i paesi garanti = rischio di perdere tripla A. Se intervenisse la BCE a garantire insieme agli altri, il peso per i singoli paesi diminuirebbe.

Ad avere il diritto di veto su queste proposte è di fatto frau Merkel, e che cosa ha risposto fin'ora la cancelliera di ferro? Nein, nein, nein!

Quindi per quanto parta combattivo il nostro Napoleone si troverà davanti un avversario alla sua altezza. E la storia ci insegna che quando francesi e tedeschi arrivano alle mani è sempre meglio puntare sui secondi.

1 commento:

  1. I titoli di stato (greci e, diciamocelo, italiani) sono diventati i nuovi titoli tossici. E chi ce li ha in pancia o si purga o è destinato a soccombere. Chi lo avrebbe detto che questi investimenti, tanto sicuri che ogni nonnina ne aveva almeno uno sul suo deposito banco posta, sarebbero stati considerati al pari delle azioni di una fabbrica della Manzotin in India? (o della Rovagnati in Arabia?) Pazzesco, eh?
    Per certi versi anche io faccio parte dei miei titoli di stato. Se il titolo di stato è tossico, anche io, italiano, non mi sento troppo bene. Se il titolo perde, anche io, italiano, mi deprezzo. E anche a me mi monta uno spread per capello! E io a fare la fine di una poltiglia gelatinosa non ci sto.

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