venerdì 14 ottobre 2011

Una risposta a Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa, politico e giornalista, è da diversi anni uno degli intellettuali più vicini alla vasta galassia umana che va sotto il nome di no-global. Di recente ha rilasciato una lunga intervista in cui esprime le sue teoria sull'attuale crisi.

Visto che Giulietto è indubbiamento uno degli intellettuali di riferimento della mondo degli Indignati e grazie al fatto che alcune persone mi hanno fatto notare questa intervista mi sono preso qualche ora per rispondere ai principali errori di Giulietto e di tutti gli altri Indignati.



Visto che io e Giulietto siamo entrambi giornalisti e abbiamo più o meno la stessa dimistichezza con modelli matematici ed equazioni (cioè zero), ma mi limiterò a rimanere "terra terra" e a far notare gli errori logici e fattuali del suo ragionamento. Roba che si può dimostrare con Google, per intendersi.

Visto che il documento è molto lungo citerò solo le pari più importanti del documento. Andiamo a incominciare.

[...] la Grecia andrà in default [...] e ristruttureranno il suo debito in qualche misura coinvolgendo le banche occidentali [...] ma fornendo garanzie di ferro a queste banche, agli investitori istituzionali. Sarà restituito tutto loro esattamente dall’intervento finanziario europeo.

Non so da chi Giulietto abbia preso l’informazione che le banche non pagheranno niente. Quello che si discute ai piani alti dell’unione europea, quello che compare su tutti i giornali del mondo è un taglio intorno al 50% del valore nominale dei titoli greci. Detto in altre parole: se la bancarotta “pilotata” della Grecia andrà in porto le banche potrebbero perdere circa la metà dei soldi che le hanno prestato.

Da questa infografica puoi vedere che il 65% del debito è in mano a istituzioni finanziarie non greche. Come sarebbe possibile fare bancarotta (dichiarare cioè di non pagare i propri debiti) continuando a pagare 2/3 dei propri creditori? Sarebbe suicida per il governo pagare solo le banche estere, mandando a gambe all’aria tutti i propri cittadini (il restante terzo dei creditori). I cittadini votano alle elezioni, le banche no.
Piccolo aneddoto sul tema del: nelle mani di chi è meglio che stia il tuo debito? Il Giappone ha un rapporto debito/pil che viaggia intorno al 180-200% e uno spread sul debito bassissimo. Come è possibile? Perché l’80% del debito giapponese è nelle mani dei cittadini giapponesi. E gli investitori sanno che nessun governo sarebbe tanto idiota da mandare in rovina i cittadini che lo dovranno rieleggere. Quindi nessuno teme che il Giappone faccia default.

[...] in questo momento a Bruxelles temono il default dell’euro, sostanzialmente per la Grecia, e quindi bisogna che fermino l’emorragia per tenere in piedi l’euro perchè questo euro finchè sta in piedi, serve alle operazioni del FMI , del dollaro ecc…

Certamente tutti temono un default dell’Euro, anche se a quanto mi sembra tutti la ritengono un’eventualità piuttosto remota. Non capisco l’affermazione che l’euro “serve alle operazioni del FMI, del dollaro ecc”. Giulietto la spesa la paga in talleri?

[..]  Il secondo punto è quello che si sta decidendo adesso, cioè la ricapitalizzazione delle banche europee, che vuol dire semplicemente che verranno regalati, in un modo o nell’altro, alle banche europee qualcosa come 4000-5000 miliardi di euro.

Non so onestamente di che cosa stia parlando Giulietto. La cifra di 5.000 miliardi di euro mi sembra inventata: non ho trovato riscontri da nessuna parte. Per intendersi: 5.000 miliardi di euro è più o meno il PIL di Germania, Francia e Italia messi insieme. Non c’è nessuno in Europa che abbia 5.000 miliardi sotto il materasso, pronti per essere utilizzati.

Comunque, cifra a parte, è vero che è in discussione la ricapitalizzazione delle banche e secondo Giulietto questo vuol dire che i governi regaleranno miliardi alle banche. Non è esattamente corretto. In caso di ricapitalizzazione l'Europa farebbe più o meno questo discorso ai  banchieri:

Cari amici, io lo so che ne vostri bei libri contabili voi avete un sacco di bei titoli con sopra scritto vale 100, vale 1.000. Ma so anche che un bel po’ di quei titoli sono titoli italiani e greci e col cavolo che ora valgono cento o mille. Quindi sapete che si fa? Ora sistemate tutti i vostri libretti col la cifra aggiornata di quanto valgono e trovate il capitale fresco per riempire tutti i buchetti che ne deriveranno. Ah, e non solo. Visto che siamo in tempi di burrasca vediamo un po’ di aumentare il Core Tier 1 (che sarebbe a dire la riserva di soldi liquidi o quasi che si tiene una banca in pancia per i giorni di pioggia) dal 7% al 9%.

Mettiamo che l'ordine di ricapitalizzazione parta: le banche dovranno trovare il denaro fresco per riempire i buchi e per aumentare il loro Core Tier 1. Secondo stime a spanne si tratterebbe al massimo 275 miliardi di euro (dico al massimo perchè ci sono anche stime di cifre più basse, ma comunque 275 miliardi è una cifra ENORME).

Come possono trovare questi soldi? In genere ricapitalizzazione e sinonimo di emissione di nuove azioni sul mercato. Ma può anche significare prestiti di vario genere, che potrebbero essere concessi dalla BCE a tassi molto contenuti. Comunque: la materia è ancora in discussione e non è chiaro come l’Europa intenderà procedere alla ricapitalizzazione. Ricapitalizzazione può anche voler dire nazionalizzazione, come il caso della banca franco-blega Dexia. Nazionalizzazione vuol dire che la banche emette nuove azioni e lo stato se le compra, in genere divenendo proprietario della banca. Una cosa un po' diversa da regalare i soldi alle banche. Una cosa comunque è certa: di tutte queste chiacchiere sulla ricapitalizzazione le banche non sono proprio felicissime.


La lettera [di Draghi e Trichet]è una cosa abnorme, inconsueta, che bisogna riflettere a fondo sul suo significato perchè magari gli stessi suoi autori non sono consapevoli della gravità di quello che hanno scritto. [...] la BCE da ordini a un governo sovrano dell’Europa. [...] La lettera di Trichet e Draghi è una uscita dalla legalità.

Questo è un punto molto importante, sul quale è incredibile che ci sia così poca chiarezza. Andiamo con ordine. Ecco la lettera. Personalmente non vedo ordini o minacce. Ma la risposta è facile: Giulietto potrebbe dirmi che l’ordine e le minacce sono implicite: se l’Italia non farà quello che le si chiede ci saranno terribili conseguenze. Cominciamo da qui: la BCE ha potere di minacciare e ricattare gli stati e se si, con quale arma di pressione?

Primo fatto: il vertice della BCE è nominato dai politice europei (wikipedia), non è eletto dai banchieri. Non è una nomina politica, nel senso che non mandando il primo Alfano che capita, ma serve un banchiere con grande esperienza e grande conoscenza del sistema. Che comunque deve piacere ai politici. Che altrimenti non lo nominano (ricordate tutti i balletti per equilibrare il board dei direttori? Arrivato un italiano alla presidenza, bisognava eliminare l’altro italiano nel board e metterci un francese: sono giochi prettamente politici).

Secondo fatto: la BCE non ha armi per offendere gli stati. La BCE non ha un esercito e normalmente la BCE non da soldi agli stati (tra un attimo vedremo perchè normalmente). La funzione principale della BCE è regolare la quantità di moneta che gira per l’Europa con lo scopo di contenere l’inflazione e di vigilare sul sistema bancario.

In questi tempi di crisi la BCE ha dovuto assumere un ruolo non suo, cioè quello di aiutare gli stati in difficoltà (un ruolo che invece è proprio del FMI). Per questo motivo si sono dovuti creare degli strumenti ex-novo (come l’EFSF) oppure si sono dovute adottare pratiche inusuali: come mettersi d’accordo con Unione Europea e FMI per prestare soldi alla Grecia (una cosa non dovuta, ma fatta per cercare di salvare il sistema) oppure come acquistare titoli di stato italiani e spagnoli sul mercato secondario (un altro "gentilezza" che la BCE ha fatto e che non era in alcun modo dovuta all'Italia).

Insomma, quale minaccia la BCE sta agitando contro il governo italiano? Giulietto non lo dice e io non so quale potrebbe essere. La BCE cesserà tra poco di acquistare titoli di stato italiani e spagnoli, una scadenza già abbondamente prevista. E dopo, che potrà fare contro l’Italia? Boh.

Se davvero come dice Giulietto la BCE ha “imposto” queste misure prima alla Grecia e ora all’Italia, come mai nulla di quello che ha chiesto è stato fatto? L’Italia non ha adempiuto a nessuna delle “imposizioni” e la Grecia ha fallito tutti gli obbiettivi che le erano stati chiesti per il 2011. Questi fatti la dicono lunga sul potere della BCE di imporre qualsiasi cosa.

[...] mettere in Costituzione il pareggio di bilancio, è del tutto incompresibile dal punto di vista istituzionale. Perchè in Italia questa legge è già nella Costituzione in un’altra forma, nell’ultimo comma dell’art. 81 dove si dice “ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”. Non c’è lontanamente bisogno di introdurre questa norma. Ci pensarono già i costituzionalisti italiani.

Sul fatto che i costituzionalisti avessero in mente di vietare al paese di fare debito, ho i miei dubbi. L’idea stessa di stato moderno, dai tempi della Repubblica di Firenze e di Venezia, è fondata sull’idea che uno stato faccia debito. L’importante è tenere quel debito sotto controllo. Inoltre 60 anni di storia repubblica e 60 anni di debito pubblico stanno lì a dimostrare che fare debito non è incostituzionale (a meno di non voler pensare che Giulietto sia il primo genio che ha scoperto questo cavillo).

Sulla bontà del pareggio di bilancio in costituzione ho anche li dei dubbi. Cosa dovrebbe fare uno stato con questa saggia regola l’anno in cui un terremoto rade al suolo un intera regione? L’anno in cui una crisi economica massacra i conti pubblici? Boh! Lasciamo la gente a morire di freddo per strada perché non possiamo fare debito per comprargli delle tende?


Loretta Napoleoni, come Guido Viale su “il Manifesto” del 5 ottobre, ha posto la soluzione del default pilotato come uscita dalla crisi, citando l’esempio dell’Islanda. [...]
Due paroline anche sulla domanda che gli intervistatori fanno al nostro Giuletto, dai. L’Islanda ha meno abitanti di Catania.

Ci sono diversi scenari, molto diversi gli uni dagli altri, quindi la questione tecnica non la voglio affrontare poichè non sono in grado di dire quale di questi scenari tecnici sarebbe più attendibile.

Non capisco perchè dopo questa frase Giulietto scriva altre due pagine.

[…] se l’Italia avesse la forza insieme ad altri paesi europei, come la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda, di porre la questione nei termini giusti, cioè “noi ci troviamo in una situazione del tutto anomala. Vogliamo ridiscutere le regole” allora il discorso del default si porrebbe in modo diverso. 

Giulietto è un uomo di giustizia e di rettitudine. Non capisco come possa tralasciare il semplice fatto che noi non ci troviamo in nessuna “situazione anomala”. Noi, italiani, greci, portoghesi, siamo degli imbecilli che per anni abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, facendo montagne di debiti che ora non siamo (quasi) più in grado di ripagare. Non lo insegnavano all’asilo di Giulietto che se un bambino ti prestava il suo giocattolo era male non ridarglielo indietro?

[...] Non si tratta di andare a chiedere il default, si tratta di dire che “o questo debito si ristruttura per tutti”, e cioè a dire che le grandi banche d’investimento devono rinunciare a questo debito, devono metterlo in cassaforte per un tempo indeterminato e si riavvia il processo di finanziamento delle attività economiche in Europa attraverso, per esempio, un doppio tasso di scambio, cioè un tasso per le grandi imprese e le istituzioni bancarie e un tasso uguale a zero per gli Stati.

Le grandi banche d’investimento (che poi sono le banche e basta, le banche d’investimento sono un’altra cosa) non hanno enormi depositi di contante nel quale nuotano i loro manager. Dalle casse delle grandi banche i soldi entrano ed escono continuamente. Se improvvisamente TUTTO il debito dei PIIGS venisse congelato fino a una misteriosa “data da destinarsi” queste banche si troverebbero nei guai seri e probabilmente fallirebbero a catena, portandosi dietro tutti i risparmiatori, le imprese ecc.

[...]Io rovescio il ragionamento: noi dovremmo porre la questione in questi termini, i mercati internazionali non sono più credibili, quindi non sono io che devo denunciare il default ma siete voi che dovete rinunciare alle regole che avete imposto. Non è un default questo. E’ una rinegoziazione complessiva dei rapporti all’interno dell’euro.

Questo è un tipico errore della sinistra. I mercati (o merkati) non sono dei signori con la tuba e le mani unticce che fumano sigari negli attici dei grattacieli. I mercati sono la somma degli individui di tutto il mondo che vendono o comprano qualcosa. E questi individui hanno davanti agli occhi delle evidenze empiriche: l’Italia non cresce da 15 anni, non ha ancora recuperato nemmeno la metà del PIL che ha perso durante la crisi, è paralizzata da una classe politica di imbecilli ed ha un debito pubblico che è il TERZO del pianeta Terra. Possiamo dargli torto se preferiscono prestare soldi alla Germania piuttosto che a noi?

[...] Io penso che la cosa più importante da fare in questo contesto è dichiarare immediatamente la nazionalizzazione della Banca d’Italia, nazionalizzare le più importanti banche italiane, cancellando i loro crediti e nello stesso tempo ricapitalizzarle in lire. Bisogna uscire dall’euro semplicemente. Forse temporaneamente, ma uscire dall’euro è indispensabile. Ciò sarebbe a dire che cancellando questo debito e ricapitalizzando le banche con i soldi italiani, cioè con le emissioni della Banca d’Italia, nazionalizzata, io ristrutturerei autonomamente il mio debito.

Non voglio rubare il lavoro a gente che lo sa fare meglio di me. Mario Seminerio spiega molto bene cosa vuol dire fare default e uscire dall'euro. Qui mi limito a dire che fare default è sempre una cosa brutta e tramutica. Vuol dire non potersi finanziare più sul mercato internazionale, vuol dire avere una moneta debole con cui facciamo fatica a comprare cose come gas, petrolio e iPAd, vuol dire avere instaibilità economica e sociale. Caro Giulietto: se tutto il mondo, tutti gli economisti, tutti i leader cercano di evitare i default come la peste, non ti viene in mente che forse hanno una stilla di ragione?

[...] Naturalmente poi devo denunciare e negare la validità del debito estero degli investitori istituzionali esteri, cioè per circa 700 miliardi.

Naturalmente Giulietto! Perchè ridare i soldi agli stranieri? Certo, se così facendo mando in rovina un fondo pensione americano che aveva investito in titoli del nostro paese, non importa! Tanto i lavoratori che si troverebbero in mezzo alla strada senza pensione non sarebbero mica italiani!


[...] In questo modo dimezzerei quasi il debito italiano e dimezzerei, quindi, anche il servizio del debito. Naturalmente non compreranno più i buoni del Tesoro in lire. 

Pensa che strano: decidiamo di non pagare più i soldi che la gente con un accento strano ci ha prestato, e questi allora non ci prestano più niente! Vallì a capire sti stranieri.


Pazienza. Vorrà dire che il Governo Italiano curerà il suo proprio fabbisogno emettendo denaro come fa la Federal Reserve degli USA. Nessuna differenza da questo punto di vista. Ma ci autonomizzeremo. Non verranno più a comprarci i nostri Bond. Possiamo farne a meno e credo che dobbiamo farne a meno.

Cioè secondo Giulietto chiesa lo stato americano non emette bond? Semplicemente quando ha bisogno di soldi telefona alla FED e gli dice di stampare tot. dollaroni? Chissà cos’è allora quel grafico sul sito di Bloomberg con scritto “U.S. Treasuries bond”.

[...] Infine scapperanno i capitali all’estero. Si accomodino ma bisogna vedere dove vanno. Perchè la crisi della finanza mondiale è tale che uscirne in questo momento e autonomizzarci almeno in parte dalla sua dinamica, sarà un elemento di salvezza e non di pericolo.

E con tutto questo bordello di: inflazione, banche in fallimento, aziende che chiudono, disoccupazione, lira in picchiata (pensa a quanto costerà il riscaldamento visto che il petrolio e il gas li importiamo), noi saremmo quelli che stanno meglio e quindi attireremo capitali invece che perderli? Certo è probabile. Se tutti gli altri stati venissero attaccati dagli alieni di Independence Days.

[...] Non è detto infatti che tutta la protesta sia creativa. Ci sono stati momenti nella storia in cui la protesta è stata utilizzata da demogoghi di vario genere, per esempio Hitler e Mussolini, che hanno fatto la catastrofe del XX secolo. Stiamo attenti quindi. Ma anche preoccupati perchè noi stiamo andando in una crisi in cui i poteri sono i poteri forti che hanno avuto in mano il potere fino ad ora, sono ben strutturati e sanno come difendersi avendo in mano gli strumenti repressivi. Il Movimento invece è privo, sia in Europa che negli Stati Uniti, di una guida politica.

Ma vista la lucidità critica del tuo pensiero, caro Giulietto, credo proprio che il movimento una guida l'abbia trovata.

In conclusione: sono terrorizzato. Non da queste proteste in sè, che non andranno da nessuna parte e si sgonfieranno non appena davanti a Palazzo Koch farà freddo davvero. Sono spaventato dall'idea che una parte della sinistra si possa riconoscere in queste idee assurde e in questi teoremi da complottisti. Chi crede che l'Italia debba fare come l'Islanda non è diverso da chi negli sessanta andava in giro sventolando il libretto di Mao, pensando che le ricette cinesi fossero un'ottima idea per l'Italia.

E sono spaventato che questa parte di sinistra, nel futuro parlamento, abbia i numeri per stroncare le (poche) proposte sensate che potrebbero venire dal prossimo governo.

State pronti coi remi, colleghi, la Corsica non è poi così lontana.

2 commenti:

  1. E non è manco l'unica boiata che 'sto figuro ha scritto, anzi.

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  2. E non ci fa mai mancare le sue perle di saggezza, dal Fatto Quotidiano:

    [i Black Bloc di sabato] sono, per fortuna nostra, solo qualche centinaio. Per ora. Gli altri, i cinquecentomila che sono arrivati a Roma per dire che non vogliono pagare il debito [...]rappresentano l’80 % degli italiani. A occhio e croce anche degli europei e degli americani.

    Come dire: sfasciare le vetrine è sbagliato, fregare i soldi a chi te li ha prestati, bé, quello no. Quello è giusto.

    Coi dati poi Giulietto fa un po' come gli pare. L'80% degli italiani la pensa come lui. Forse il 90% o forse anche millanta su cento. Chi lo sa.

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