lunedì 10 ottobre 2011

Carta di Firenze: la bozza definitiva

La bozza definitiva della Carta di Firenze è stata approvata per acclamazione dall'assemblea che si è riunita a Firenze. Comunque la pensiate in proposito, è ancora presto per piangere lacrime di gioia. La bozza deve ancora essere ratificata dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e l'applicazione di molti suoi punti sarà demandata agli Ordini Regionali.

Quello che per ora possiamo fare e leggere la bozza e vedere se ci piace o no.
  

Ho pubblicato solo le parti della Carta che mi interessava commentare. Qua potete trovare il testo completo. Non so che pasticcio abbiano fatto con Acrobat, ma dal PDF è impossibile fare copia incolla. Quindi se vi servono solo dei pezzi della Carta pescateli da ques'altro sito. 
  Art. 1– Politiche attive contro la precarietà
1. sia garantita a tutti i giornalisti, siano essi lavoratori dipendenti o autonomi, un’equa retribuzione che permetta al giornalista e ai suoi familiari un’esistenza libera e dignitosa, secondo quanto previsto dal dettato costituzionale;[...]
5. siano valorizzate, in caso di nuove assunzioni, le professionalità già operanti in azienda e quelle dei colleghi già iscritti nelle liste di disoccupazione; [...]
Su questa parte valgono i commenti che ho già scritto qui. Il testo è uguale a quello pubblicato in anteprima sul Sole 24 ore, fatte salve le due eccezioni riportate qui sopra. Al comma 1. è stata aggiunta una dichiarazione di intenti, a cui però manca una precisazione: "sia garantita a tutti i giornalisti che lavorano abbastanza da meritarsela" una retribuzione ecc. ecc. (se uno lavoro due giorni a settimana, non vedo perchè dovrebbe essere pagato 1.200 euro al mese solo perchè fa il giornalista).

La seconda è l'aggiunta al punto 5 della frase "già operanti in azienda". A intendere che quando si assume qualcuno bisognerebbe scegliere per primi quelli che già collaborano. Aggiunta inutile visto che le assunzioni continuano a farle gli editori e non i giornalisti. Grazie al cielo.


Art. 2 – Collaborazione tra giornalisti
[...]Ai fini della determinazione dell’adeguatezza dei compensi relativi a prestazioni di natura giornalistica, i consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti adottano e rendono pubblici criteri e parametri di riferimento.[...]
A che titolo i consigli regionali dell'Ordine dovrebbero redigere le tariffe minime della professione? Questo articolo rappresenta una deroga al Contratto Nazionale? Per chi sarebbero vincolanti queste tariffe minime? Per gli iscritti all'Ordine (a meno che gli Ordini regionali non vadano a contrattare con gli editori al rinnovo del contratto nazionale, ma non è questo che intendevano, mi sa)? Ma se il giornalista sottopagato è assunto da un editore e non da un giornalista, con chi se la prenderà l'Ordine? Darà una sanzione a me che sono sottopagato? E se non fossi neanche un iscritto all'Ordine? Sanzioneranno il mio caposervizio? O il direttore responsabile? 


[...]Gli iscritti all’Ordine sono tenuti a non accettare corrispettivi inadeguati o indecorosi per il lavoro giornalistico prestato.[...]
Come sopra. Se proprio di tariffe minime si deve parlare, se ne dovrebbe occupare il sindacato in fase di redazione del Contratto Nazionale. Colmo dei colmi: se io mi faccio pagare troppo poco dal giornale (perchè ne ho bisogno, perchè ne ho voglia o per qualunque altro motivo, non importa) l'unico ad essere sanzionato sarei io, non il mio editore!


[...]In conformità all’articolo 2 della legge 69/1963, Ordine dei giornalisti e Fnsi ribadiscono che tutti i giornalisti, senza distinzione di ruolo o incarico o posizione gerarchica attribuita, hanno pari dignità e sono tenuti alla solidarietà e al rispetto reciproco.
Tutti i giornalisti sono tenuti a segnalare ai Consigli regionali situazioni di esercizio abusivo della professione e di mancato rispetto della dignità professionale.
Tutti gli iscritti all’ordine devo vigilare affinché non si verifichino situazioni di incompatibilità ai sensi della legge 150/2000. Il giornalista degli Uffici stampa istituzionali non può assumere collaborazioni, incarichi o responsabilità che possano comunque inficiare la sua funzione di imparziale ed attendibile operatore dell’informazione.
[...]
Credo che i giornalisti fossero tenuti a segnalare gli abusi anche prima. Il fatto che vada ribadito lascia supporre che nessuno lo abbia mai fatto.  


Gli iscritti all’Ordine che rivestano a qualunque titolo ruoli di coordinamento del lavoro giornalistico sono tenuti a:
a) non impiegare quei colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati;
Spieghiamo per chi non ha capito: se io mi mettessi d'accordo col mio datore di lavoro per essere pagato x e qualcuno dell'Ordine (regionale, dico bene?) ritenesse che quel x sia un "compenso inadeguato", allora io non dovrei essere impiegato. E l'iscritto all'Ordine che mi impiega potrebbe subire delle sanzioni.


[...]
e) vigilare sul rispetto del diritto di firma e del diritto d’autore.
f) vigilare affinché i giornalisti titolari di un trattamento pensionistico Inpgi a qualunque titolo maturato non vengano nuovamente impiegati dal medesimo datore di lavoro con forme di lavoro autonomo ed inseriti nel ciclo produttivo nelle medesime condizioni e/o per l’espletamento delle medesime prestazioni che svolgevano in virtù del precedente rapporto;
[...]
Occhio alle parole: vigilare che i pensionati non siano impiegati nelle medesime condizioni e facendo le stesse cose che facevano prima. Letta al rovescio vuol dire: vengano pure i pensionati, basta che facciano cose un po' diverse e che siano pagati di più o di meno (basta che siano diversamente pagati no?). Spero che qualcuno mi dica che ho capito male.


Art. 3 – Osservatorio sulla dignità professionale
Al fine di garantire la corretta applicazione dei principi stabiliti in questa Carta, l’Ordine dei Giornalisti e la Fnsi promuovono la costituzione di un “Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti” legato alle presenti e future dinamiche dell’informazione, anche in rapporto alle innovazioni tecnologiche.
L’Osservatorio ha il compito di vigilare sull’effettiva applicazione della presente carta, di avanzare proposte di aggiornamento nonché di segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione pubblica.
Non so quanto sia elevato il bisogno di un altro carrozzone. Suppongo, vista l'efficacia di cose del genere in altri campi, piuttosto bassa. Ma comunque: da quante persone dovrebbe essere composto questo Osservatorio? Di che poteri godrà? Come ne saranno scelti i membri? Non credo che il potere di sanzionare sarà tolto agli Ordini regionali e quindi immagino che il ruolo dell'Osservatorio sarà inviare ogni tanto qualche richiesta di sanzione o intervento al tal'Ordine regionale. A vigilare ci sono già gli Ordini regionali e i singoli membri dell'Ordine. Se non segnalano loro le violazioni, cosa dovrebbe farci pensare che l'Osservatorio (che sarà composto più o meno dalle stesse persone o da nominati delle stesse persone) possa fare un lavoro migliore?


Art. 4 – Sanzioni
La violazione di queste regole, applicative dell’art. 2 della Legge 69/1963, comporta l’avvio di un procedimento disciplinare ai sensi del Titolo III citata legge. 
Sanzioni dell'Ordine. Che non si applicano ai non membri dell'Ordine. Cioè gli editori. Cioè quelli che assumono i precari, per capirsi.


In conclusione: a mio avviso la Carta di Firenze è una dichiarazione di intenti, praticamente svuotata di effetti pratici. Le poche cose concrete che ci sono vanno nella direzione opposta a quella annunciata, ossia tutelano i giornalisti dalla concorrenza a basso prezzo dei precari.

Non c'è una sola parola nella dichiarazioni per limitare i privilegi e le rendite di chi un posto ce l'ha già. Non una parola per cercare di smuovere le cariatidi redazionali e fare largo ai giovani. Niente di niente: nulla di buono per noi che giornalisti non lo siamo e lo vogliamo diventare.

Non solo con questa Carta remiamo piano. Ma stiamo anche remando nella direzione sbagliata.


PS. per vedere i risultati definitivi dovremo comunque aspettare la ratifica della Carta dal Consiglio Nazionale dell'Ordine. Che ovviamente potrebbe ancora cambiarla. Quindi preparatevi: potrebbe andare ancora peggio.

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