sabato 8 ottobre 2011

Giornalisti, precari e la Carta di Firenze

Dopo le parti sociali, Confindustria e il PD anche Ordine (ODG) e Sindacato (FNSI) dei giornalisti presentano i loro sei punti programmatici. Senza l'ambizione di salvare il paese, ma solo quella di combattere il precariato.

A sentire la notizia così viene subito da storcere il naso: né l'ODG ne la FNSI sono organi rappresentativi dei precari (ci sarà certamente qualche professionista/pubblicista precario che è anche iscritto all'Ordine, ma di certo non nei CDR). Se il loro obbiettivo è tutelare gli interessi dei loro iscritti viene difficile pensare che cercheranno di tutelare anche i precari che gli sono, per così dire, concorrenti.

I punti della carta li ho trovati solo sul Sole 24 ore, ma immagino che uscirà una versione definitiva del documento approvato lunedì. Ad ogni modi ecco qua quello che abbiamo per ora accompagnato da qualche riflessione.



1. Porre un freno allo sfruttamento e alla precarietà, favorendo quelle condizioni tese ad assicurare un futuro professionale e personale ai tanti giornalisti oggi privi di tutele e garantire nel contempo un futuro alla buona e corretta informazione nel nostro paese;

Una dichiarazione di buone intenzioni, ma bisognerebbe capire quale percorso ODG e FNSI desiderano praticare per raggiungere questo obbiettivo. Cercare di estendere le garanzie degli "anziani" a tutti, oppure togliere qualcosina alle vecchie colonne inamovibili per darlo ai giovani?

2. Attuare i percorsi di regolarizzazione ed avviamento verso contratti a tempo indeterminato ed equi, affinché si realizzino le condizioni per promuovere le evoluzioni di carriera e le progressioni professionali;

A me suona anche questa come una dichiarazione piuttosto vuota. Credo che "l'attuazione di percorsi di regolarizzazione" spetti al mio editore se è interessato alla mia professionalità. Se con questo punto ODG e FNSI intendono dire che faranno tutte le pressioni necessarie per rendere all'editore più facile assumermi e pagarmi bene dovrebbero specificare come intendono ottenere questo obbiettivo. Forse la FNSI ha intenzione di rendere il prossimo Contratto Nazionale un po' più flessibile in materia di assunzioni e licenziamenti? 

3. Rispettare i trattamenti minimi contrattuali (stipendio e indennità di contingenza);

Intendono dire che fino ad ora non l'hanno fatto? O intendono dire che raddoppieranno gli sforzi? Ma ha gli strumenti il Sindacato per assicurarsi che i trattamenti minimi vengano rispettati? E quando dovesse scoprire che sono stati violati i trattamenti minimi? Forse sono malizioso, ma questo punto così breve mi sembra più una minaccia a giornalisti che si fanno pagare meno dei colleghi, piuttosto che agli editori tirchi.

4. Valorizzare le professionalità già esistenti, attingendo dalle liste di disoccupazione e verificando l'attuazione dei limiti previsti per l'impiego di stagisti o tirocinanti;

Su queso punto non sono assolutamente d'accordo. Non so se ci sia un problema di "stagisti/tirocinanti" a vita  e sinceramente non mi interessa. In Italia è fuor di dubbio che ci sono troppi giornalisti. Frequento una scuola di giornalismo e pago caro per imparare a fare il giornalista. La scuola mi "regala" cinque mesi di vacanza e per regolamente dell'Ordine non posso impiegare più di due mesi in stage (ecco i famosi limiti per l'impiego di stagisti). Se Ordine e Sindacato vogliono battersi per rendere migliore la situazione degli stagisti, regolarizzando un rimborso spese, posso anche essere d'accordo. Ma stabilire limiti temporali assoluti serve a proteggere i vecchi e a danneggiare i giovani.
 
5. Garantire a collaboratori, lavoratori autonomi, ed assunti ex art. 2 e 1 del contratto nazionale di lavoro un'equa retribuzione, che permetta al giornalista e ai suoi familiari un'esistenza libera e dignitosa, secondo quanto previsto dal dettato costituzionale;

Il contratto nazionale viene firmato dai sindacati degli editori e dei giornalisti. Non capisco se con questo punto ODG e FNSI si propongono di ritoccare verso l'alto il prossimo contratto nazionale. Nel caso non mi sembra che abbia nulla a che fare coi precari.

6. Favorire il percorso di adesione alle casse previdenziali e di mutua assistenza e previdenza complementare della categoria, in modo da garantire le necessarie tutele sociali ed economiche anche a chi non é inquadrato come lavoratore dipendente.

Non sono un esperto di previdenza e in materia la mia opinione è che tolto un minimo di cui dovrebbe occuparsi lo stato se voglio più soldi nella busta della pensione dovrei occuparmene io (versare quanti soldi voglio a un fondo pensione). Per il momento non mi esprimo sull'argomento. 





In conclusione non mi sbilancio su questi dati ancora non certi. Mi limito a dire che secondo me, se questo è l'andazzo, ci stiamo dirigendo dalla parte sbagliata. Qualche riflessione in più quando i documenti saranno ufficiali e approvati.

Ogni vostra riflessione e contributo è molto apprezzato.

1 commento:

  1. Antonio, ti ringrazio per il commento. Mi hai inaugurato il blog ;)

    No so quanto sono qualificato a dare indirizzi, ma se la discussione attecchisce e interessa si può fare un post (qua o su FB) per discutere come risolvere il problema.

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