mercoledì 12 ottobre 2011

Dagli all'untore!

Le agenzie di rating le odiano proprio tutti.Le odia l'Europa, le odia Berlusconi, le odiano i comunisti, le odiano le toghe rosse, ma sopratutto le odiano i giovani. Il motivo di tanta rabbia è che Big Three fa il bello e il cattivo tempo nei mercati mondiali del debito pubblico. Spostando una letterina, mettendo o togliendo un segno più o meno, può causare la crisi di un paese oppure garantirne la salvezza.

Purtroppo sono sciocchezze che non resistono un istante alla prova dei fatti. Le agenzie di rating non sono tre sante vergini, ma nel decidere il futuro dell'economia mondiale hanno meno poteri della gran parte della gente che sbraita contro di loro.



In meno di tre settimane, tra settembre e ottobre, tutte e tre le principali agenzie di rating (S&P, Moody's e Fitch) hanno abbassato il rating dell'Italia.Sembrerebbe un accerchiamento, no? Un assalto concentrico da parte di tutti e tre i servi del kattivo merkato amerikano che deve certamente aver portato risultati micidiali per il nostro paese.





Il grafico è di Bloomberg e mostra l'andamento dello spread tra i titoli di stato italiani a 10 anni (BTP) e il bund tedesco (ricordo che lo spread e la differenza tra quanto rendono i titoli di stato italiani e quelli tedeschi: più è alto, meno il mercato si fida dell'Italia; più alto è, più ripagare il nostro debito pubblico ci costa).

I giorni che vedete in evidenza sono i tre giorni in cui le varie agenzie hanno comunicato il downgrade: 19 settembre per S&P, 4 ottobre per Moody's e 7 ottobre per Fitch. In queste tre settimane lo spread si è abbassato, passando dal 3,8% di settembre al 3,5% il giorno dopo l'ultimo downgrade.

Presi singolarmente i downgrade non hanno avuto effetti apprezzabili. Lo spread era in salita il giorno prima del primo downgrade e ha continuato a salire esattamente con lo stesso trend il giorno dopo. Saliva il giorno prima del downgrade di Moody's ed è sceso il giorno dopo, continuando a scendere anche dopo il downgrade di Fitch.

Insomma: sorpresa, sorpresa! Che cos'è successo? Il kattivo merkato si è rivoltato contro i suoi figli prediletti? Gli speculatori sono diventati improvvisamente buoni? Niente di tutto questo. Cosa c'è dietro i giudizi delle agenzie di rating lo spiega molto bene Sandro Brusco su noiseFromAmerika:
[...]i rating di queste agenzie sono modi sintetici di comunicare informazione agli investitori, allo stesso modo in cui il voto dato allo studente è un modo per comunicargli i suoi risultati. Come tutte le misure sintetiche, siano esse il rating di un'obbligazione o il voto scolastico, il vantaggio sta nel fatto che il messaggio è facilmente intelleggibile e comparabile (nel tempo e rispetto ad altri soggetti), mentre lo svantaggio è che inevitabilmente la sinteticità impedisce una comunicazione più ricca e dettagliata della situazione. In effetti se già abbiamo informazioni dettagliate che permettono di farsi una buona idea della probabilità che un'obbligazione verrà ripagata (o di quanto uno studente stia apprendendo) il rating dell'agenzia (o il voto del professore) diventa abbastanza inutile, dato che riassume semplicemente cose note. [...]
Chi voleva investire in titoli di debito pubblico aveva già svolto le sue indagini e si era già fatto un opinione sulla solidità e sulla capacità di rimborsare del nostro paese. Come spesso accade le agenzie di rating sono arrivate molto dopo che gli investitori avevano preso le loro decisioni, semplicemente fotografando la situazione del mercato.

Date un'occhiata a quest'altro grafico, sempre di Bloomberg. Rappresenta sempre lo spread tra BTP e Bund, ma negli ultimi sei mesi (il grafico di sopra è un ingrandimento dell'ultima parte a destra di questo grafico).


Lo spread comincia a galoppare a luglio, ad agosto e poi di nuovo a inzio a settembre. Il momento peggiore è agosto, il periodo del balletto sulla manovra estiva. Luglio, agosto e settembre sono tre mesi di fuoco. Il governo è a pezzi, non si riesce a decidere una manvora efficace, Bossi paralizza coi suoi veti le misure del governo, la lettera della BCE rimane inascoltata e i sindacati minacciano lo sciopero generale. Il mercato se ne accorge, e infatti lo spread vola, mentre le agenzie di rating impiegano ben tre mesi a cambiare il loro giudizio sull'Italia.

Insomma: le agenzie di rating (come gli spekulatori e il kattivo merkat) sono un comodo capro espiatorio per i governanti. Come ha scritto Marianna Mascioletti su Libertiamo, sono i moderni untori a cui dare la colpa della moderna peste.

Il fatto però è che tanto quanto gli untori, di questa colpa, sono innocenti.


PS. Sono colpevoli di altre colpe perchè occupano una posizione di rendita, sono un oligopolio chiuso e inaccessibile, hanno un rapporto peloso coi loro clienti a cui vendono il rating. Ma credo di aver scritto abbastanza e rimando questa discussione a un altro post.



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